Caro Diario oggi sarò alla conferenza stampa sul nuovo mercato ittico riminese. Quale posto migliore dove far nascere una logistica se non a San Giuliano Mare, chiusa tra due ponti e tutto il traffico delle fiere, delle scuole, dei cittadini? Un mercato moderno, con ampie aree dedicate al carico e scarico, allo stoccaggio e alla vendita. Con un museo della marineria, in stile E’Scaion, per renderlo un’attrattiva turistica e spiegare in questo modo la costruzione in quel luogo preciso. Quattro reti, due ancorotti, una marotta, due batane in acque, qualche Tir e 5000mq di cemento. Come fa la città ad essere così miope da non vedere l’opportunità di un così bel costruito? Al posto di un prato che tanto non usa nessuno.
Forse in questa città esiste un problema di sincerità sulle ricadute che certe azioni hanno sul territorio. A Rivabella l’amministrazione si è vantata di aver ridotto le cubature ma ha omesso di raccontare che quelle cubature portavano in dote delle infrastrutture che sarebbero rimaste alla città, mentre oggi è pura speculazione. Sulla partita Stadio-Ex caserma-Ex questura ha omesso di evidenziare cosa sarà per il traffico riminese e per tutte le persone che ci vivono vicino, si è scordato di raccontare che il nuovo Esselunga (anche questo un curioso segno del tempo che cambia) porterà palazzine, camion, macchine, smog in una città di mare che non riesce a stare nei limiti di inquinamento dell’aria. Una città che muore soffocata ma che non vuole rinunciare ai soldi per pagare poltrone, campagne elettorali e consulenze quando sono finiti gli incarichi istituzionali.
Aggiungiamo una maggioranza in consiglio comunale, che dovrebbe consigliare il sindaco al meglio, che passa le sue sedute nel silenzio più totale, approvando ogni atto senza metterlo mai in discussione. Perché si sa, in questa città mettere in discussione è un reato mentre il silenzio fa avanzare nella carriera. Chiedere di rivedere, rivalutare o modificare le scelte fatte viene considerato un atto ostile e il proponente viene segnato per sempre nella lista nera. Perché l’unica scelta buona è quella del cerchio magico che amministra questa città. I soliti vizi di renziana memoria che faticano a trovare anticorpi all’interno del partito.
Caro Diario, devi sapere che in più occasioni e in vari modi, direttamente o indirettamente, sono arrivate richieste di chiusura del nostro dialogo settimanale, con la promessa di uscire da quello che è un purgatorio istituzionale.
Il prezzo del successo politico è la libertà di dire quello che si pensa. Perché il vizio è sempre quello di confondere la collaborazione con l’obbedienza. Da queste parti la collaborazione non è mai mancata quando le scelte erano condivise e condivisibili, dal lungomare alla piscina di Viserba, dal PSBO fino ai forum urbani. Ma la richiesta è che l’obbedienza sia totale e cieca, non vincolata al merito dei temi. Inaccettabile in uno stato democratico, ancora di più se la pretesa arriva da un partito che ha quella parola nel nome. Avanti così, in direzione ostinata e contraria.
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